Cosa vedere a Mombaldone-Scalinata-fiori-chiesa

Breve itinerario alla scoperta del piccolo borgo medievale della Langa Astigiana

Sei nelle Langhe e cerchi un posto tranquillo dal sapore d’altri tempi? Allora leggi e scopri cosa vedere a Mombaldone. É il posto giusto per te!

Mombaldone è un piccolissimo borgo della Langa Astigiana, quella parte della provincia di Asti che si incunea tra le Provincie di Alessandria e Cuneo. Il borgo infatti si trova nella Valle Bormida a pochi chilometri da Acqui Terme, ai piedi del colle di Roccaverano  e quindi vicino al confine con la Liguria. Il territorio in cui sorge non assomiglia, se non nel nome, alle più famose Langhe patrimonio Unesco. Qui non ci sono colline dolci ricoperte completamente da vigneti, ma alti colli ricoperti di fitti boschi e verdi pascoli. Quindi il borgo e i suoi dintorni sono un posto ideale per chi privilegia il relax e le passeggiate nella natura sia a piedi che in bicicletta.

Mombaldone però ha un altro aspetto che ci ha attirato e ci ha spinto a visitarlo: è l’unico paese della Langa Astigiana che sia ancora cinto delle mura originarie.

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Tratto delle mura (credit to Matteo Marongiu)

Inoltre abbiamo scoperto che il suo nucleo urbano non  è cambiato in alcun modo dai tempi della sua fondazione. Quindi  ti assicuriamo che passeggiare tra le sue vie circondati da case di pietra è come fare un salto indietro nel tempo fino al Medioevo. È proprio questa peculiarità che ha fatto sì che Mombaldone entrasse a far parte del club dei Borghi più Belli d’Italia e iniziasse a essere riscoperta.

Dopo questa breve introduzione possiamo iniziare a scoprire la storia e soprattutto cosa vedere a Mombaldone.

La storia del Borgo

La storia di Mombaldone, pur essendo un tipico borgo medievale, come molti altri luoghi in Italia ha le sue origini in epoca romana. Infatti è certo che il primo nucleo abitativo sorse in epoca imperiale lungo la via Aemilia-Scauri che collegava Savona con la Pianura Padana.

I primi documenti che parlano di Mombaldone sono però medievali. Infatti  qui compare il nome  Mons Baldus (deriva dall’unione di Mons, monte in latino e Baldus dal germanico Bald Monte). Il primo documento  conosciuto dichiarava che il suo territorio veniva ceduto da Anselmo figlio di Aleramo del Monferrato all’Abbazia di S. Quintino di Spigno Monferrato. Più tardi ricompare quando  nel 1208 viene assegnato come feudo a Enrico IV del Carretto marchese di Finale Ligure. Infine nel 1382 quando i discendenti  della famiglia del Carretto si riconobbero sottoposti come feudatari del Ducato di Savoia.

Da questa epoca le vicende di Mombaldone vanno di pari passo con quelle prima del Ducato di Savoia e poi del Regno di Sardegna. In particolare nel borgo si ricorda ancora il tentativo di occupazione degli Spagnoli nel 1637 sventata da Vittorio Amedeo di Savoia con l’aiuto francese. Questo  si inserisce tra i numerosi episodi che videro Spagnoli e Francesi scontrarsi per la supremazia del Nord Italia. Un altro avvenimento traumatico fu il passaggio delle truppe Napoleoniche nel 1799 dirette verso la Pianura Padana. Queste senza pietà entrarono a Mombaldone  portando morte e devastazione. Sì può ben capire come il loro passaggio sia ricordato ancora oggi come l’episodio più drammatico della storia  del borgo.

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Cosa vedere a Mombaldone: il centro storico

Cosa vedere a Mombaldone? Beh è una domanda facile a cui rispondere: Mombaldone! Questa risposta sembra semplicistica, ma non è così. Infatti chi arriva nel borgo non si deve aspettare grandi architetture o opere d’arte di grandissimo pregio, bensì un viaggio emozionale in un’epoca passata. A segnare l’inizio del viaggio è il passaggio l’antica porta ad arco acuto che introduce in via Cervetti.

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L’Antica Porta d’Accesso (Credit to Matteo Marongiu)

Questa è il primo tratto della lunga strada che attraversa tutto il borgo e ne è quindi la spina dorsale. Lungo la via si incontrano  abitazioni di origine rinascimentali, ristrutturate e abbellite fin dal seicento che regalano molti scorci suggestivi.

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Scorcio di un vicolo lungo via Cervetti (Credit to Matteo Marongiu)

In fondo a questo breve tratto di strada si giunge in Piazza Umberto I dove si possono ammirare gli edifici di maggior pregio artistico: la Chiesa di San Nicola e l’Oratorio dei Santi Fabiano e Sebastiano. La prima custodisce al suo interno decorazioni e dipinti di pregio di Giovanni Monevi;  l’oratorio invece con le sue decorazioni ottocentesche è sede frequente di mostre e convegni.

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Piazza Umberto I con la Chiesa di San Nicola e l’Oratorio dei Santi Fabiano e Sebastiano (Credit to Matteo Marongiu)

Entrambi sono costruzioni del settecento e vennero innalzate laddove in precedenza c’era il fossato del vicino Castello. Di quest’ultimo oggi rimangono poche rovine di cui, però, si possono riconoscere, in particolare, la possente torre quadrata che dominava il territorio circostante.

Portiola e Palazzo Fortezza del ristorante l’Aldilà

Proseguendo in via Roma si giunge alla Portiola, un passaggio coperto da volte in pietra che collegava la via principale a una ripida discesa. Questa conduceva al fiume dove erano sempre pronti alcuni cavalli per un’eventuale fuga in caso di attacco.

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Scorcio di Via Roma (Credit to Matteo Marongiu)

Pochi metri più avanti si incontra il Palazzo Fortezza dove abitano e lavorano alcuni discendenti della famiglia Dal Carretto. Infatti la famiglia pur non avendo più potere sul borgo, comunque continua a prendersi cura di Mombaldone, anche cercando di attirare turisti con il proprio ristorante. Nell’”Aldilà “ infatti la Marchesa Gemma Dal Carretto oltre ad offrire ottimi piatti, conduce i suoi ospiti in affascinanti saloni d’atmosfera illuminista con arredamento settecentesco.

Cosa vedere a Mombaldone: i pascoli e i Calanchi

Un itinerario classico di Mombaldone può finire tranquillamente con il Palazzo della Fortezza. Noi, però, pensiamo che per comprendere al meglio lo spirito vero del borgo e della terra in cui si trova bisogna scoprire la campagna intorno. Quindi ti consigliamo di proseguire in salita per qualche centinaio di metri al di fuori del centro abitato e immergerti nella natura. Qui non è difficile imbattersi in greggi di capre intente a brucare l’erba che si trasformerà in quel latte da cui nasce il prodotto più celebre della zona: la Robiola di Roccaverano.

Ancora più particolare è la presenza nella zona dei Calanchi, dei profondi solchi del terreno che segnano i versanti più scoscesi delle colline. Questi sono stati creati dall’erosione dovuta all’acqua della pietra arenaria grigia di cui sono formati i colli di questa zona della Langa Astigiana. Ti possiamo assicurare che in certi punti sembra di passeggiare in un paesaggio lunare.

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I Calanchi (Credit to Matteo Marongiu)

Cosa vedere a Mombaldone: Rievocazione Storica e le feste

Come avrai ben intuito Mombaldone è un luogo dove facilmente si può immaginare di ritornare all’epoca medioevale. Quindi da molti anni i suoi abitanti hanno deciso di rendere questa sua caratteristica ancora più realistica. Ogni anno infatti organizzano l’ultima domenica di agosto una rievocazione storica dal titolo Historia Montis Baudonis. In questa occasione vengono messi in scena, a ciclo, gli episodi più significativi accaduti a Mombaldone e dintorni:

  • il matrimonio della marchesina Ilaria Del Carretto;
  • il processo alle streghe di Spigno Monferrato del 1631;
  • la battaglia vittoriosa contro gli Spagnoli del 1637;
  • Il passaggio drammatico delle truppe napoleoniche del 1799.

Oltre alla bellezza indiscutibile del borgo a rendere il tutto molto suggestivo ci sono anche gli allestimenti. In particolare è nelle vie nascono per l’occasione taverne in cui si può gustare il menù del viandante, botteghe e piccole orchestre di musica rinascimentale e celtica.

Altre due feste molto sentite sono la Sagra delle Frittelle a fine Maggio e soprattutto la Festa della Madonna del Tovetto. Quest’ultima è la festa patronale di antica tradizione che si tiene ogni 8 settembre in ricordo della battaglia contro gli Spagnoli. In questa occasione c’è una processione con la statua della Madonna portata a spalla dai fedeli fino alla chiesa del Tovetto. La chiesa infatti fu meta nel 1637 di un pellegrinaggio dei mombaldonesi  per ringraziare la madonna per lo scampato pericolo. Con loro  portarono anche due palle di cannone che non andarono a segno e le murarono nella chiesa in perenne ricordo. Negli ultimi anni a corredo della festa patronale c’è anche una cena spagnola a base di pesce, paella e sangria.

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Ora che conosci cosa vedere a Mombaldone non ti resta che decidere il giorno della tua visita!

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Cosa vedere a Mombaldone, il Medioevo in Langa
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