Breve elenco di musei d’arte italiani meno conosciuti di quanto dovrebbero
Sei amante dell’arte e cerchi nuovi musei da visitare? Allora leggi e scopri insieme a noi alcuni musei d’arte meno conosciuti da vedere in Italia.
Tutti sanno che l’Italia ha un patrimonio artistico immenso. Diffuso praticamente ovunque, dalle città più grandi ai paesini più sperduti. Questo è proprio uno dei motivi per cui l’Italia è quasi sempre citata tra le mete più desiderate dai turisti. Il problema, però, è che il turismo di massa si concentra nelle località più famose come Venezia, Roma, Firenze e nei loro musei congestionandoli. Per questo nel nostro piccolo cerchiamo di raccontare realtà e luoghi meno famosi che ospitano, però, grandi bellezze naturalistiche, artistiche e culturali.
In questo articolo parleremo sì di città abbastanza grandi e importanti e dei loro musei che custodiscono opere davvero straordinarie che però sono meno conosciuti. Quindi, se sei pronto, partiamo alla scoperta di alcuni musei d’arte meno conosciuti da vedere in Italia e che a noi sono piaciuti particolarmente.
Musei d’arte meno conosciuti da vedere in Italia: Santa Maria della Scala a Siena
Quando pensiamo a Siena ci viene in mente subito Piazza del Campo con la Torre del Mangia e il Palazzo comunale e il bellissimo Duomo. Proprio di fronte a quest’ultimo però c’è un altro importante edificio che testimonia la bellezza di questa città e che merita di essere visitato.
Santa Maria della Scala infatti è un’antica struttura ospedaliera di origine medievale che si è sviluppata tanto da diventare quasi una città all’interno della città. Oggi, grazie ai suoi enormi spazi e il suo fascino, è diventata uno dei punti cardine del sistema museale senese. Al suo interno infatti si snodano molti percorsi diversi su più livelli, tutti di estremo interesse.
I Pellegrinai
In primis c’è il livello che si apre su Piazza Duomo in cui si dispiegano la maggior parte degli ambienti assistenziali e monumentali dell’antico ospedale. Tra essi c’è la splendida serie di pellegrinai affrescati che sono gli ambienti artisticamente più interessanti. Quello più conosciuto è quello del ‘400 che conserva uno dei cicli di dipinti più importanti del rinascimento senese. Qui infatti tra 1441 e 1444 lavorarono Lorenzo di Pietro, Domenico di Bartolo e Priamo della Quercia, tre dei più celebri artisti senesi.
Altri interessanti ambienti sullo stesso livello sono la Chiesa della SS. Annunziata, l’affascinante sagrestia vecchia con gli affreschi di Lorenzo di Pietro e la Cappella del Manto.
Corte della Cisterna e i livelli sotterranei
Un altro livello interessante è quello che ruota attorno alla Corte della Cisterna. Qui ci sono i locali che ospitavano le ricche confraternite di Santa Caterina della Notte e di Santa Maria sotto le Volte, magazzini e granai. In uno di questi sono esposti i marmi originali della Fonte Gaia (la fontana di Piazza del Campo) di Jacopo della Quercia. Alla Corte inoltre arriva la strada interna che collegava i livelli inferiori a quelli superiori.
Seguendo questo vero e proprio asse viario si giunge in alcuni ambienti sotterranei direttamente scavati nella roccia. Questi ambienti fondamentali della struttura servivano come magazzini di granaglie, come lavatoi, ma anche come fosse per i defunti durante le epidemie.
Oggi al loro interno sono conservate due collezioni molto importanti che fanno ripercorrere i secoli più antichi della città e del territorio circostante. Il primo è il Museo archeologico Nazionale che raccoglie numerosi ritrovamenti antichi che vanno dall’epoca etrusca a quella tardo-antica, provenienti da collezioni pubbliche e private.
La seconda è la sezione “Siena. Racconto della città dalle origini al Medioevo“. Questa illustra attraverso materiali archeologici, fonti documentarie, fotografie e tavole ricostruttive l’evoluzione storica di Siena. Un viaggio affascinante dalle prime testimonianze antiche fino allo straordinario sviluppo di età comunale.
Nei livelli superiori invece sono spesso ospitate mostre temporanee che riscuotono molto successo.
Musei d’arte meno conosciuti da vedere in Italia: Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova
Nei carruggi del Centro storico di Genova si trova un altro dei musei d’arte meno conosciuti: la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola.
Spesso questo bellissimo palazzo che fa parte anche dei famosi Rolli, per la sua posizione un po’ nascosta, non viene visitato dai turisti. Questo è un vero peccato perché rappresenta uno splendido esempio di dimora nobiliare genovese e in più conserva opere d’arte di assoluto pregio.
Fin dalla sua edificazione nel ‘500 per volere di Francesco Grimaldi, infatti, il palazzo fu abbellito dalle opere dei migliori pittori della scena genovese. La collezione si arricchì costantemente grazie ai proprietari che si succedettero, tutti appartenenti alle più importanti famiglie della città. Prima i Pallavicino, poi i Doria e infine gli Spinola contribuirono a renderlo uno dei palazzi più belli di Genova.
I Piani Nobili
Dopo aver ammirato la ricca facciata in stile Rococò, si sale un ampio scalone e si arriva al primo piano nobile che ha mantenuto mobili e decorazioni del primo ‘600. Qui ci si immerge facilmente nell’atmosfera dell’epoca in cui i proprietari erano i Grimaldi grazie al grande affresco di Lazzaro Tavarone nel salone. Questo rappresenta le gesta di Francesco Grimaldi durante l’Assedio di Lisbona dove si distinse particolarmente.
Nelle stanze di questo piano decorate a trompe d’oil e marmorino sono presenti altre opere importanti. Tra queste in particolare il Ritratto di Ansaldo Pallavicino di Antoon Van Dyck e il ratto delle Sabine di Luca Giordano.
Il secondo piano nobile invece fu completamente ristrutturato per volere di Maddalena Doria nel ‘700 per renderlo aggiornato al gusto rococò in voga all’epoca. A differenza del primo piano c’è un enorme utilizzo delle decorazioni in oro, grandi specchi, mobili finemente intarsiati e affreschi a tema mitologico. La stanza simbolo di questo rinnovamento è infatti la stupefacente Galleria degli Specchi, un elegante corridoio in cui luce e oro la fanno da padrone.
Nelle altre sale di rappresentanza volute dalla celebre proprietaria si possono ammirare molti quadri di epoche e stili differenti testimoni dell’antica quadreria del palazzo. Tra esse alcuni quadri di Luca Cambiaso, Guido Reni, Luca Giordano e del fiammingo Joos Van Cleve.
Terzo piano: Galleria Nazionale della Liguria
Il terzo piano fino al 1941, quando fu distrutto da un bombardamento, ospitava le camere da letto e le stanze private dei nobili. Ricostruito in forme moderne, oggi conserva dipinti e sculture della Galleria Nazionale della Liguria.
Qui si possono ammirare degli assoluti capolavori della Collezione Spinola. In primis la cornice barocca di Filippo Parodi rappresentante il mito di Paride; poi l’Ecce Homo di Antonello da Messina e il ritratto di Giovanni Carlo Doria di Rubens e infine la statua della Giustizia di Giovanni Pisano.
All’ultimo piano infine ci sono due interessanti esposizioni: quella di ceramiche provenienti da Albissola, ma anche dalla Francia e dall’Oriente e quella tessile. In quest’ultima sono visibili esempi della ricca produzione locale di damaschi e velluti. Inoltre è presente un antico abito in Jeans, tessuto che fu inventato proprio a Genova.
Musei d’arte meno conosciuti da vedere in Italia: il Museo Borgogna a Vercelli
Tra i musei d’arte meno conosciuti da vedere in Italia ci sentiamo, senza alcun dubbio, di citare il Museo Borgogna di Vercelli. Questo museo, ricco di opere eccellenti, è sicuramente uno dei più belli e importanti del Piemonte Orientale.
Aperto all’inizio soltanto come Casa-museo del collezionista Francesco Borgogna, nei primi decenni del ‘900 fu progressivamente ampliato e organizzato grazie all’intervento del museologo Vittorio Viale. Qui si decise di raccogliere le opere della Pinacoteca civica di Vercelli provenienti sia dall’Istituto di Belle Arti sia dalle chiese della città. Queste furono collocate sia nelle vecchie stanze della casa sia in quelle appositamente costruite con le migliori tecniche dell’epoca. Tuttavia alcune sale come la libreria e la sala araba furono lasciate esattamente come le aveva arredate il primo proprietario.
Le collezioni
Oggi il Museo Borgogna ospita opere di pittura, scultura, arti decorative e lastre fotografiche per un totale di 800 opere distribuite su tre piani.
Il primo piano è quasi esclusivamente dedicato alle opere del XV e XVI secolo provenienti dal territorio vercellese. Esse costituiscono un esempio meraviglioso della fervente arte rinascimentale piemontese composta in larga parte da pale d’altare, piccole opere votive e pitture murali strappate. Gli artisti più importanti esposti ruotano tutti attorno alle figure di Giovanni Martino Spanzotti e Gaudenzio Ferrari, i due innovatori rinascimentali della pittura piemontese.
Nelle altre sale del piano terra e nei piani superiori sono invece esposte opere che vanno dal XVII al XX secolo sia italiane che straniere. La sezione di pittura secentesca e settecentesca annovera meravigliosi quadri di Ludovico Caracci, del Sassoferrato, del Genovesino e di Pietro Francesco Guala. La sezione settecentesca prosegue poi con gli autori stranieri tra cui Claude Joseph Vernet e ben 53 dipinti fiamminghi. In questa collezione spiccano in particolare i rami di Ambrosius Bosschaert e Jan Davidsz De Heem, vere chicche della sezione.
Le sezioni del XIX e del XX secolo non sono da meno in fatto di bellezza. Anche In queste si ritrovano artisti di assoluta grandezza sia italiani che stranieri. Si passa infatti da opere di Massimo D’Azelio, Giacomo Favretto e Giovanni Migliara a quelle di Joahann Friedrich Hennings, A.J. Severin Nikutowski e Friedrich Hiddemann. Tra tutte le opere però a nostro avviso ce ne una che si lega fortemente alla storia del territorio vercellese: Per Ottanta Centesimi! di Angelo Morbelli. Questa opera magistrale del divisionismo rappresenta infatti il lavoro duro nelle risaie che da sempre sono il simbolo di Vercelli.
Musei d’arte meno conosciuti da vedere in Italia: Galleria Ricci Oddi di Piacenza
Un altro punto fermo della nostra rassegna si trova a Piacenza. La città, nonostante non sia molto grande, ci ha stupito per la quantità di opere d’arte e musei interessanti. Piacenza infatti è la sede di opere di straordinario valore sparse in molti edifici della città. Ciò segnala come i suoi cittadini siano stati da sempre inclini al fascino della bellezza.
Uno di questi luoghi è la Galleria Ricci-Oddi. Questo splendido edificio, inaugurato nel 1931 da Giuseppe Ricci Oddi sui resti di un convento, infatti ospita una straordinaria collezione di opere dell’800 e ‘900. L’idea di creare un luogo così bello, non nasce dalla volontà edonistica del proprietario di mettere in bella mostra le opere da lui collezionate. Anzi lui le donò alla sua città, senza volere nulla in cambio, perché tutti le potessero ammirare. Quindi non stupisce che alla cerimonia di apertura non volle presenziare perché “profondamente e sinceramente schivo di ogni sorta di esteriorità ufficiali”.
La collezione
La struttura delle sale e la loro architettura lasciano piacevolmente colpiti. Infatti si riescono ad ammirare gran parte delle opere con il solo ausilio della luce zenitale naturale che evita i frequenti e fastidiosi riflessi. Nelle circa venti sale della Galleria si possono osservare oltre quattrocento quadri di molti dei migliori artisti della scena italiana ed europea otto-novecentesca. Il percorso molto coinvolgente è suddiviso sostanzialmente per aree geografiche e rispettando un certo ordine cronologico delle opere.
Tra gli artisti esposti più interessanti che abbiamo avuto il piacere di ammirare ci sono Hayez, Pellizza da Volpedo, Fattori, Boccioni e Klimt. Tuttavia abbiamo avuto il piacere di ammirare opere di artisti meno conosciuti come Stefano Bruzzi e Francesco Ghittoni che ci hanno piacevolmente impressionato. Alcune delle sale inoltre sono interamente dedicate a Fontanesi e Mancini, due artisti che abbiamo scoperto essere i preferiti di Giuseppe Ricci Oddi.
Negli ultimi anni la Galleria Ricci Oddi ha continuato ad arricchirsi di opere e perciò rimane sempre attuale e tra le più interessanti in Italia.
Musei d’arte meno conosciuti da vedere in Italia: Museo di Santa Caterina a Treviso
Treviso è una città dal fascino incredibile con i suoi meravigliosi canali che le regalano un’atmosfera davvero speciale. La città però non ci ha stupito solamente per questo, ma anche per la presenza di opere d’arte e palazzi di grande pregio. Questi sono il simbolo dell’importanza che ebbe Treviso e il territorio circostante nella storia del Veneto sin dalle epoche più remote.
Un luogo fondamentale per capire la sua lunga storia e ammirare ciò che ha prodotto è il Museo Civico di Santa Caterina. Allestito in quello che era un antico convento con due bei chiostri, il complesso si divide in tre sezioni. La prima è la sezione Archeologica tra piano terra e interrato, la Pinacoteca Medievale, Rinascimentale e Moderna al primo piano e la chiesa sconsacrata trecentesca.
La sezione Archeologica
I percorsi all’interno del museo non sono fissi e quindi si può decidere di iniziare da una qualsiasi delle tre sezioni. Per praticità noi ti consigliamo di iniziare dalla parte Archeologica al piano interrato, per poi risalire fino al primo piano.
I reperti che si possono vedere nel sotterraneo del museo sono molto interessanti per chi ama la preistoria. Qui infatti sono raccolti reperti antichissimi che comprendono un notevole collezione di armi sia in pietra che di bronzo. Queste, assieme ad altri corredi funebri di grande fattura raccontano la presenza umana in questo territorio fin dai tempi più remoti.
Per chi invece ama l’arte antica classica sicuramente sarà attirato dalla collezione presente al piano terra. Qui sono raccolti raffinati oggetti in vetro colorato, ma anche bronzetti finemente lavorati e grandi decorazioni di pietra dei monumenti di età greco-romana.
Pinacoteca Medievale, Rinascimentale e Moderna
Il primo piano del complesso museale ci ha affascinato molto, sia per le opere esposte, sia per il racconto che fa di Treviso. Qui infatti si capisce alla perfezione la passione trevigiana per l’arte e la bellezza attraverso i secoli.
Nelle prime sale infatti si possono ammirare molti affreschi staccati fin dall’ottocento dalle pareti di case che poi andarono distrutte. Grazie a questi si può immaginare la bellezza dell’antica urbs picta trecentesca. Tra gli affreschi ce n’è uno veramente eccezionale: quello con le Storie di Otinel. Queste sono un racconto in pittura del poema cavalleresco in lingua franco-veneta, che a Treviso trovava uno dei maggiori centri di produzione e diffusione in Italia.
Proseguendo nelle sale si incontra la delicata e vibrante Madonna col Bambino di Gentile da Fabriano seguita da una galleria di capolavori rinascimentali. Qui ci sono opere di Dario da Treviso, il più grande pittore del ‘400 trevigiano, ma anche di Lorenzo Lotto, Giovanni Bellini e del Pordenone.
Poi si passa alle opere manieriste di Paris Bordon e Jacopo Bassano e alla galleria dei ritratti. Qui c’è quello di Tiziano dedicato a Sperone Speroni, il revisore della Gerusalemme Liberata. A completare il percorso c’è un’interessante collezione di opere del seicento e del settecento. Esse comprendono opere di Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Rosalba Carriera, Giovanni Marchiori e Francesco Guardi.
La Chiesa di Santa Caterina e Il ciclo di Sant’Orsola
Ultima sezione del museo, ma non meno interessante è l’interno della chiesa di Santa Caterina che ospita il ciclo di affreschi delle Storie di Sant’Orsola. Questi provenienti dalla chiesa di Santa Margherita agli Eremitani, furono dipinti da Tomaso da Modena e sono uno dei capolavori del trecento italiano.
Seguendo le vicende di Orsola raccontate da Jacopo da Varazze, il pittore rivela abilmente i caratteri e i risvolti psicologici dei personaggi. In più si caratterizza per la capacità narrativa e uno humor assolutamente inediti per l’epoca.
La chiesa è anch’essa adorna di interessanti affreschi quali la “Madonna con Bambino” attribuita a Gentile da Fabriano e l’annessa Cappella quattrocentesca “degli Innocenti”. Questa con le sue volte a crociera ospita affreschi raffiguranti i Dottori della Chiesa, i simboli degli Evangelisti e il ciclo delle Storie di Maria.
Musei d’arte meno conosciuti da vedere in Italia: l’Accademia Carrara di Bergamo
L’Accademia Carrara è uno degli ultimi musei che abbiamo avuto il piacere di visitare e che abbiamo voluto inserire in questa breve rassegna. Questa accademia, che sorge in Borgo Santa Caterina, ai piedi della Città Alta di Bergamo, ha una lunga storia. Nasce infatti grazie al lascito a fine ‘700 del conte Giacomo Carrara, la cui ricchissima collezione di dipinti costituisce ancora il nucleo principale del museo.
La generosità di altri illustri collezionisti, nei secoli successivi, ha permesso di arricchire costantemente di capolavori assoluti il museo. Oggi infatti vi sono ospitate opere che spaziano dall’inizio del ‘400 alla fine dell’800.
Il lungo restauro subito tra il 2008 e il 2015 inoltre lo ha reso moderno e garantisce al visitatore di fruire delle opere perfettamente. L’illuminazione, in particolare, è studiata alla perfezione per non disturbare la visione delle opere con dei fastidiosi riflessi.
La Collezione
Come si è detto in precedenza la collezione dell’Accademia Carrara è veramente notevole e continua ad arricchirsi grazie ai lasciti di privati. Ovviamente nelle 28 sale espositive è esposta, in ordine cronologico, solamente un’accurata selezione di opere che non ha nulla da invidiare ai grandi musei italiani.
Vi sono esposte, infatti, oltre 600 opere dei più grandi pittori italiani, in particolare della scuola veneta e lombarda. Tra questi spiccano i capolavori di Pisanello, Mantegna, Bellini, Tiziano, Canaletto, Guardi, Hayez e Previati. Anche il nucleo di artisti rinascimentali dell’Italia Centrale non è meno importante e vanta opere di Beato Angelico, Sandro Botticelli, Raffaello Sanzio e del Perugino.
Oltre a questi due nuclei principali sono ospitati quadri di artisti di altre scuole pittoriche italiane e straniere. Per il Piemonte ci fa piacere dire che vi sono opere dei rinascimentali Defendente Ferrari e Gaudenzio Ferrari e del divisionista Pellizza da Volpedo. Tra gli stranieri invece l’Accademia può vantare capolavori di artisti europei quali Rubens, Dürer e Van Dyck.
Per ultimo vi consigliamo di prestare attenzione anche alle sculture esposte. In particolare osserva quelle della Scuola di Andrea Fantoni, insigne scultore bergamasco e quelle di Pietro Bernini, padre del più famoso Gian Lorenzo. Sono opere veramente eccezionali!
Ora che conosci alcuni dei musei d’arte meno conosciuti da vedere in Italia, speriamo che tu li visiti.
Sono dei piccoli gioielli che non hanno nulla da invidiare ai grandi musei più famosi!